Di Juri Saitta
“Le Stagioni di Louise”, di Jean-François Laguionie, è stato proiettato nell’ambito della rassegna genovese sui film per ragazzi Filmbuster. Nella stessa occasione si è tenuto al Club Amici del Cinema un incontro con Giannalberto Bendazzi, esperto e professore di storia del cinema d’animazione, autore di saggi fondamentali sull’argomento come “Lezioni sul cinema d’animazione” e i tre volumi di “Animation – A World History”.
Jean-François Laguionie è un celebre regista francese già autore di film d’animazione come “Scimmie come noi” e “La tela animata”.
“Le Stagioni di Louise” racconta la vicenda di Louise, una signora anziana che alla fine delle vacanze estive perde l’ultimo treno della stagione, rimanendo così completamente sola nella località balneare di Biligen. Dunque, alla protagonista non resterà altro da fare che trascorrere in solitudine le sue giornate, aspettando che prima o poi qualcuno venga a prenderla. Ma con il passare del tempo la donna si accorgerà di essere stata dimenticata da tutti.
Partendo da questo intreccio narrativo, l’autore transalpino affronta problematiche quali la vecchiaia e la solitudine con uno stile poetico e malinconico e con un andamento ritmico compassato che alterna il racconto delle (lente) giornate della protagonista ad alcune sequenze oniriche che rappresentano i timori e i ricordi della stessa.
Una serie di elementi tematici, narrativi e linguistici che rendono il film in questione un’opera destinata principalmente al pubblico adulto; un tipo di lungometraggio animato che in Italia si vede raramente, nonostante proprio in questa stagione siano usciti almeno altri due titoli appartenenti a questo “filone”, come “La mia vita da Zucchina” e “La tartaruga rossa”, distribuiti però per pochi giorni e con un numero di copie piuttosto limitato. Un problema di distribuzione del quale si è parlato anche durante il dibattito con Bendazzi, il quale ha sottolineato che «il mercato è stato fagocitato dalle Majors hollywoodiane, tendenzialmente d’impronta disneyana».
Inoltre, lo storico ha aggiunto che «in realtà, il cinema d’animazione non nasce per essere destinato al pubblico infantile, anzi, fin dall’epoca del muto sono stati realizzati molti film d’animazione per adulti, dei quali purtroppo oggi la maggioranza degli spettatori ignora completamente l’esistenza». «Il binomio animazione-bambini» ha poi affermato Bendazzi, «nasce con l’imposizione di Walt Disney, che con la sua casa di produzione ha dominato il mercato mondiale e ha determinato i gusti e la percezione del pubblico riguardo il cinema e il linguaggio animato».
Ma oltre ad affrontare problematiche storiche e distributive, durante l’incontro si è naturalmente parlato anche del lavoro dell’autore francese, che Bendazzi ha elogiato: «quando ero presidente della giuria al festival di Ottawa ho premiato “Le stagioni di Louise”, che ritengo il miglior titolo di Laguionie e uno dei migliori film d’animazione di sempre» ha raccontato il docente, aggiungendo che «anche se tendenzialmente ritengo la forma breve la più congegnale all’animazione, in questo caso il tratto e la storia del film sono riusciti pienamente a reggere la durata di settantacinque minuti».
E oltre che a parlare dell’opera e del cinema d’animazione, durante la serata è stata presentata al pubblico anche Cartùn, associazione culturale fondata nel dicembre del 2015 da Bendazzi insieme a un gruppo di giovani animatori e appassionati che ha lo scopo di promuovere l’animazione tramite diverse iniziative culturali, da alcuni Workshop a delle tavole rotonde sul tema.