Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi.Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Vai al contenuto

Altro centenario, altro ricordo…

Cent’anni fa, il 24 dicembre 1917, nasceva in Boemia Jiří Brdečka. Romanziere, commediografo, sceneggiatore, fu uno dei migliori registi del cinema d’animazione del suo tempo. Fu anche uno dei miei maestri. Con le sue garbate maniere mi insegnò a smontare i film per vedere com’erano fatti dentro, mi fece amare l’animazione senza far pesare il suo nome, mi descrisse ridendo i sintomi dell’infarto che poi, a distanza di pochi anni, si ripeté, e quella seconda volta lo tolse ai vivi. 

Sedevamo l’uno al fianco dell’altro mentre sullo schermo scorrevano le immagini del Nuovo Gulliver di Aleksandr Ptuško. Guardando l’animazione laboriosissima, dettagliatissima dei pupazzi russi, lasciò erompere un “Ma è mostruoso!” e si voltò verso di me. “Ti rendi conto di quanto lavoro inutile hanno fatto, quando il senso della sequenza era già evidente con le figure immobili?” 

Lo vidi per l’ultima volta al festival di Zagabria 1982. Distratto com’era, aveva smarrito il blocchetto dei buoni pasto. Gli diedi il mio. Mi ringraziò con un “È un gesto molto cavalleresco!” Io lo salutai e andai serenamente all’ufficio del festival. Con un paio di moìne scucii un altro blocchetto di buoni pasto. Cavalleresco andava bene, ma digiuno proprio no… 

error: Il contenuto è protetto !!